Anche se in passato abbiamo conseguito la patente di guida e siamo a conoscenza di tutte le regole della strada, non fa mai male ricordare alcuni aspetti, come ad esempio quello che riguarda le luci.
Le luci sono gli elementi che ci permettono di vedere ed essere visti quando guidiamo la nostra auto, ma è ovvio che non possiamo usarle in tutte le circostanze.
Dobbiamo scegliere l’illuminazione di cui abbiamo bisogno in ogni situazione e in base a quanto indicato dai regolamenti sulla circolazione generale. Pertanto, nella seguente guida vedremo cosa sono luci di posizione e a cosa servono.
Come distinguere le luci di posizione
Possiamo dire che le luci di posizione sono quelle di base, cioè quelle che si accendono sempre quando attiviamo i fari anabbaglianti, abbaglianti o fendinebbia.
La loro funzione è quella di indicare la posizione, la distanza e le dimensioni dell’auto, quindi nei casi in cui ci fermiamo sulle strade interurbane, i centri urbani o gli incroci, la macchina deve essere sempre visibile. Nonostante ciò, non è possibile circolare solo con le luci di posizione, poiché non sono in grado di illuminare la strada.
Le luci di posizione sono dispositivi di illuminazione attaccati alla parte anteriore e posteriore di veicoli a motore e rimorchi. Funzionano come luci di sicurezza ausiliarie, in modo da ridurre al minimo la possibilità di incidenti stradali; proprio per questo motivo sono di serie nella maggior parte dei veicoli, ma possono anche essere acquistate e installate come optional.
A cosa servono le luci di posizione
Le luci di posizione forniscono un’illuminazione supplementare durante la notte e durante le ore di scarsa visibilità per aiutare gli altri conducenti e i pedoni a vedere il veicolo.
Sono equipaggiamenti standard in gruppi, rimorchi, auto, camion e alcuni veicoli da lavoro e da carico. Come riportato dal sito ufficiale ACI consultabile a questo link, la normativa sulla segnalazione visiva e illuminazione dei veicoli è molto chiara.
Essa afferma che in Italia l’accensione delle luci di posizione è obbligatoria sia nelle ore notturne che diurne, sia su strade urbane che sulle autostrade; la normativa riguarda tutti i veicoli a motore, dagli scooter fino agli autobus e ai camion di grandi dimensioni.
Per coloro che non dovessero osservare tale obbligo è prevista una sanzione amministrativa che può variare da un minimo di 41 ad un massimo di 169€.
Come si compongono le luci di posizione
Le luci di posizione di solito sono costituite da una singola lampadina, un filamento di carbonio (caldo) o una lampadina LED (diodo ad emissione luminosa), che è racchiusa in una presa e una piccola cornice. Il telaio è fissato direttamente al parafango anteriore del veicolo e al pannello posteriore con viti o fermi a molla. In Italia, la lente di una luce di posizione, realizzata in vetro o plastica traslucida ad alto impatto, è trasparente nella parte anteriore del veicolo e leggermente gialla nella parte posteriore.
simbolo luci di posizione
Sul cruscotto della propria auto o sulla manopola delle luci è possibile vedere questo simbolo quando le luci di posizione sono accese.
Il simbolo è pressoché uguale per tutte le autovetture. Importante è ricordarsi di non lasciarle accese quando il motore non è in funzione poiché anche se in misura inferiore ai fari anabbaglianti consumano energia con il pericolo di scaricare la batteria. La gran parte dei modelli auto ha un sensore acustico che segnala al conducente di spegnere i fari di posizione evitando così brutte sorprese.
Fonte di energia e regolazione
Le luci di posizione sono cablate mediante dei fili unici, solitamente di spessore 16 millimetri, che collegano la presa della lampadina principale e la luce di posizione, alla batteria dell’auto. Usano una tensione bassa (12 volt) e si accendono insieme ai fari anabbaglianti.
Un’altra caratteristica che contraddistingue le luci di posizione dai fari è che possono essere regolate in altezza in base al carico dell’auto.